
Lingua araba e studi sulla civiltà araba in Francia e in Italia
Eredità condivise

Francesca Corrao
Francesca Maria Corrao è professoressa ordinaria di Scienze Politiche presso l'Università LUISS di Roma. Ha conseguito il Dottorato in Filologia e studi storici del Mondo arabo presso l'Università "La Sapienza" di Roma e un Master in Studi Arabi all'American University del Cairo. Ha insegnato all'Università Orientale di Napoli dal 1996 al 2011, poi si è trasferita alla LUISS. Ha anche insegnato in diverse università italiane e internazionali, tra cui Sciences Po e l'Università Cattolica di Milano.
Autrice di oltre 30 libri e 100 articoli, la prof.ssa Corrao si occupa di studi mediterranei, poesia araba, dialogo interculturale, diritti umani e studi di genere. La sua ricerca esplora la storia e la cultura del Mediterraneo, focalizzandosi sul dramma dell’esilio e dell’identità. È membro di diverse associazioni scientifiche e ha tenuto seminari in università prestigiose come Harvard, Oxford e Parigi. Inoltre, è presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Orestiadi di Gibellina e fa parte dei comitati scientifici di importanti festival e progetti culturali.
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Quali sono le principali motivazioni che spingono studenti italiani a studiare la lingua e la cultura araba oggi? Molti studenti sono interessati alla possibilità di lavorare nei paesi del golfo, altri sono curiosi di conoscere meglio la situazione geo-politica dei paesi MENA. Altri sono desiderosi di conoscere meglio la cultura araba e studiano la letteratura e traduzione di testi letterari ma trovano anche da lavorare come interpreti o mediatori.
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Come percepisce la presenza dell’arabo nel panorama educativo italiano? Ci sono stati progressi significativi o rimane un ambito di nicchia? Nel sistema scolastico sono ancora poche le scuole che hanno introdotto l'insegnamento dell'arabo, nonostante molti arabisti abbiano preso l'abilitazione per insegnare nelle medie inferiori e superiori. All'università il numero degli studenti e degli Atenei dove si insegna l'arabo è cresciuto in modo esponenziale, oggi in quasi tutte le università italiane c'è una cattedra di arabo, meno frequente invece è l'insegnamento della storia.
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Qual è il suo punto di vista sull’importanza di insegnare l’arabo nelle scuole pubbliche italiane per favorire l’integrazione delle comunità arabe? Ritengo sia utile dare l'opportunità di studiare una lingua dall'ampia diffusione come l'Arabo, come anche il Cinese l'Inglese, il Francese o lo Spagnolo. Inoltre, in Italia è presente una comunità numerosa la cui nuova generazione desidera perfezionare la conoscenza di una lingua appresa oralmente in famiglia, per le opportunità di lavoro che offre. Insegnare l'arabo a scuola è un modo per riconoscere l'importanza della lingua, per facilitare l'inclusione della comunità arabofona. Si ricorda inoltre che non tutti gli arabi sono musulmani, anche in Italia è presente una importante comunità di cristiani arabofoni. Favorire un insegnamento laico servirebbe a evitare discriminazioni (i musulmani possono imparare l'arabo in Moschea) e favorirebbe la conoscenza e il dialogo, ottimi antidoti contro il razzismo.
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Ci sono esempi di buone pratiche, in Italia o altrove, che potrebbero essere adottati per valorizzare la lingua e la cultura araba nel sistema educativo? Negli ultimi decenni artisti e intellettuali arabofoni sono stati invitati a partecipare, in numero crescente a festival musicali, rassegne cinematografiche, seminari e conferenze universitarie, dibattiti pubblici e presentazioni di libri sulla cultura araba e traduzioni di romanzi e raccolte di poesie.
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Come reagiscono gli studenti italiani e quelli di origine araba ai dibattiti sull’identità nazionale e l’integrazione? Nota differenze nelle loro prospettive o aspettative? Per mia esperienza posso dire che i giovani sono molto più curiosi e aperti degli adulti, in generale mostrano attenzione e sono disponibili a mettere in discussione i loro pregiudizi. L'importante è diffondere la conoscenza e facilitare il dialogo per favorire il rispetto reciproco. Certamente i giovani della comunità araba sono consapevoli delle differenze, le studentesse e gli studenti vorrebbero essere accettati e veder riconosciuta la loro cultura, ma sovente le loro aspettative vengono deluse . Tuttavia, gli italiani che riescono ad entrare in contatto scoprono una realtà diversa da quella immaginata e superano i pregiudizi.
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